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Masterpiece

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2013 18:58
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Sesso: Femminile
18/11/2013 21:59

Premetto di non aver MAI visto un talent show. Non ho mai sopportato quei programmi che facevano rimbecillire chiunque mi stesse intorno, trasformandoli in un branco di capre esaltate che ripetevano sempre lo stesso nome con aria entusiasta, e l’unica “cultura” che possedevo era frutto della rubrica “I nuovi mostri” di Striscia la notizia: mi ritenevo soddisfatta, e qualcosa di quel mondo l’avevo anche capito.

Quest’estate mi ha colpito parecchio la notizia di una roba del genere, però in versione letteraria: è stato un riflesso di narcisismo da scrittore in erba, ma vi giuro che è passato dopo 2 secondi, e poi ho cominciato a fare congetture… nessuna delle quali è andata delusa quando, ieri sera, è finalmente cominciato l’attesissimo talent.

Orbene, i giudici se la tirano un po’, scopro con piacere che è stato girato a Torino, bel paesaggio, sigla che non finisce più… Primo concorrente: imbranato, non si capisce quando parla, spedito in manicomio per due volte, ci ficcano in mezzo il sesso e gli fanno leggere il suo bravo pezzettino. Giudizio: due sì e un no. Punto, avanti il prossimo.

La tiritera è più o meno la stessa anche per gli altri concorrenti.
Ciò che più salta all’occhio è anche ciò che colpisce i miei timori più atavici; quel poco che conoscevo dei talent si avvera come una terribile profezia: non importa cosa tu abbia scritto, e in che modo tu l’abbia fatto, bensì chi sei e che personaggio possono incollarti addosso per venderti al pubblico. Niente di cui stupirsi, non sono così ingenua, ma per un attimo ho sperato che, di quei 5000 e passa aspiranti scrittori, i 70 selezionati non lo fossero stati solo in base alla loro storia. Invece, puntualmente, la prima puntata ci presenta una selva di casi sociali: Daniel, il suddetto sfigatello chiuso in manicomio; Antonio, un siciliano che si è fatto 13 anni di carcere ingiustamente; Giulia, caricata di miseria e basta, perché ha osato confrontarsi con Dante; poi Romina, l’operaia della fabbrica alienata dal suo lavoro + situazione familiare disastrosa (che propone un libro “fantasy”, dimostrando che il fior fiore di scrittori dietro al tavolone della giuria manco sa cosa si celi dietro quella strana parola anglofona); Lilith, l’altro sfigatello pseudocinico con altra situazione familiare disperata; Francesco, l’ateo e il verginello per scelta (i benpesanti avranno creduto che le due cose fossero collegate, da come le presentava) e Marta, l’impiegata di banca che da ragazza è passata attraverso l’anoressia e la bulimia, ha tentato il suicidio e ora (un attimo di attenzione per il bellissimo cliché sessista) ha trovato la sua ragione di vivere e la serenità grazie alla nascita di suo figlio.
Ora, quello che voglio criticare non sono “gli operai scansafatiche che son sempre lì a lamentarsi, ecc ecc”, perché non lo penso assolutamente: m’interessa –anzi, mi disgusta- il fatto che queste storie, così crude e difficili, siano state l’unico, vero metodo di selezione degli elaborati. Nient’altro che carne da macello.
Perché ovviamente è un personaggio a fare sharing, non un libro.

Passiamo ora allo svolgimento della puntata: ogni concorrente legge un estratto del suo scritto, e i giudici danno un loro parere. Tolto De Carlo che se la tirava da matti, io sono rimasta esterrefatta nel constatare che non c’era NESSUN TIPO di giudizio tecnico: dannazione, tu sei uno SCRITTORE DI FAMA MONDIALE e tutto quello che mi sento dire è “eh, si vede che l’hai scritto col cuore” oppure “per me è no, fa schifo” ?? Insomma, proprio non si può superare il modello XFactor? Va bene, dimmi pure che ho scritto una cretinata (ma allora perché cavolo mi hai fatto passare le selezioni?) ma almeno GIUSTIFICATI: spiegami che il mio romanzo è pieno di buchi logici, wall of text, periodi arzigogolati, descrizioni statiche da spararsi in bocca, o che i protagonisti sono delle vuote mary sue e cose così… Ma, naturalmente, i grandi scrittori manco sanno quali siano gli errori del mestiere, sono cose da lasciare a quei plebei incompetenti chiamati editor.
Tant’è che tutti quei dannati romanzi presentati sono autobiografici, e già per questo avrebbero dovuto essere scartati, mica scelti fra altri 4930: ci tengo a sottolineare che a nessuno frega delle vostre vicissitudini, se le sbattete in faccia ai vostri lettori senza una bella storia che faccia da filtro, con una morale intelligente e un finale che faccia riflettere.

Credo di aver detto abbastanza della fase 1, quindi passiamo alla 2: dopo aver eliminato due concorrenti in base ai loro estratti e al parere dei giudici sui loro romanzi (integrali), i 4 rimanenti sono divisi a coppie, un lui e una lei, e mandati a fare delle esperienze, da rielaborare in una prova di scrittura creativa.
Be’, sembra interessante, no?
La prima coppia è mandata in un centro sociale: visitano alcune persone ospitate lì, domandano delle loro vite, e poi si dirigono in palestra per svolgere qualche attività fisica a contatto con altri ospitati.
La seconda è invece introdotta in una “balera”, una sala da ballo anni ’60 pieno di vecchi rincitrulliti che ballano (mi stavo addormentando, quando ho sentito la parola “testosterone” e ho visto una delle concorrenti che chiacchierava con un gruppo di vecchietti nostalgici dei tempi andati).
Quando è giunto il fatidico momento di tornare in studio, i partecipanti sono stati messi davanti a un computer e hanno dovuto scrivere una lettera (i due del centro sociale) o un pezzo in cui s’immaginavano i propri genitori ballare nella balera (Romina e Lilith, che per la cronaca erano quelli con le famiglie disastrate).
Il tutto scritto DAVANTI ai giudici.
A me è preso il magone: già non capisco come cavolo siano venute in mente delle esperienze del genere (prendetevela pure con la mia visione solitaria e idillica della scrittura, ma mi sento molto più ispirata davanti a un paesaggio mozzafiato o alla natura distrutta dalla civiltà, che non cacciata a viva forza fra persone che manco conosco), ma poi come potete pretendere che questi vi combinino qualcosa di buono mentre li guardate malissimo tutto il tempo? Anche perché ciò che veniva scritto compariva su degli schermi alle spalle degli sfidanti.

Fase 3: lettura degli elaborati. Si comincia con la prima coppia: Marta legge la sua letterina, che è la fiera delle banalità buoniste sui centri sociali, mentre l’altra è fredda, timida, forse perché (come spiega l’autore, Antonio, l’uomo che è stato in carcere) quella realtà lui la conosce già. I loro “compitini” vengono definiti “miserabili” dagli irati giudici che sbraitano all’omicidio della scrittura, ma non vanno oltre a questo: non dicono alla donna che ha scritto un’accozzaglia di cliché vuoti e ritriti, non tentano di giustificarsi. Alla fine Marta passa, e tocca agli altri due.
Il pezzo della lei della seconda coppia, Romina, mi ha colpito: l’ho trovato commovente, anche se sul finale mi è cascata un po’, ma va bene lo stesso. Lui invece (Lilith, il vincitore della puntata, lo sfigatello pseudocinico) propina una roba scritta con una grammatica allucinante (il suo “stile”) e con un ritmo abbastanza sostenuto, ma dal tono insofferente e scanzonatorio (capite perché vincerà, e perché ne fossi certa da almeno un’ora?)
Alla fine passano entrambi, e così la prima coppia non porta vincitori, poiché Marta alla fine viene eliminata, con evidente sadismo dei giudici.

Respiro di sollievo, ultimo step: i due finalisti della puntata sono scortati fino alla Mole Antonelliana, dove nei 59 minuti di ascensore dalla base alla cima, dovranno convincere Elisabetta Sgarbi della bontà delle loro opere; la Sgarbi è al curatrice editoriale della Bompiani, la casa editrice che pubblicherà il vincitore.
Mentre la simpatica signora li fissava con un’espressione che ispirava metà terrore-da-scrittore-reduce e metà schiaffi selvaggi, i due poveretti cercavano di lottare contro l’emozione e farsi manager di se stessi allo stesso tempo.
Il verdetto finale, pronunciato anche in base ai romanzi (un po’ d’intelligenza pare ce l’abbiano avuta) e non solo alle impressioni ricevute dalla Sgarbi, lascia a casa Romina (che, vorrei sottolineare, mi aveva comunque emozionata, ma il sentimentalismo sincero non è adatto al marketing) e si tiene lo sfigatello stile Bukowski (spero non si rivolti troppo nella tomba), che sarà uno dei 12 finalisti che si sfideranno a partire dal 28 febbraio.

Insomma, cosa posso concludere? In Italia proprio non ce la facciamo a lasciar da parte le esigenze di vendita: ovvio che nessun imprenditore è così stupido da intraprendere un investimento sbagliato, ma se non è la TV a proporre modelli un po’ diversi, per esempio privilegiando il talento, allora temo che anche la letteratura abbia ormai perso quel poco di libertà e spontaneità che le restava.
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Post: 63
Città: RAVENNA
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Sesso: Maschile
19/11/2013 00:37

È stato veramente bello leggere la tua recensione a Masterpiece, che non ha fatto altro che confermare la mia teoria iniziale sul tipo di programma che sarebbe venuto fuori.
Sfortunatamente o fortunatamente non sono riuscito a vedere la prima puntata e non posso dare un mio personale giudizio, ma, come sospettavo dall'inizio, Masterpiece non farà altro che trasformare la scrittura nel nuovo "Amici di Maria de Filippi", la Bompiani farà un sacco di pubblicità e non vedrà l'ora di sbandierare il "successo" letterario uscito dal talent.
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Post: 254
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20/11/2013 14:48

Fyron della Fiamma, 19/11/2013 00:37:


Sfortunatamente o fortunatamente non sono riuscito a vedere la prima puntata e non posso dare un mio personale giudizio, ma, come sospettavo dall'inizio, Masterpiece non farà altro che trasformare la scrittura nel nuovo "Amici di Maria de Filippi", la Bompiani farà un sacco di pubblicità e non vedrà l'ora di sbandierare il "successo" letterario uscito dal talent.



Io spero vivamente che tu possa trovarla in streaming e che tu abbia il tempo di buttare via due ore della tua vita: non credo di essere riuscita a rendere appieno la delusione che ho provato nel realizzare che sono riusciti a banalizzare tutto, TUTTO, pur di riuscire a venderlo. Dopo la musica, pure l'arte che più di tutte dovrebbe dare voce a ciò che di migliore e inconscio vive in noi, ha avuto la sua quotazione sul mercato.
Nonostante questo ho deciso che continuerò a seguire qualche puntata, e se riuscirò anche la parte che comincerà il 28 febbraio, coi 12 finalisti... Diciamo che, se un libro si giudica dall'incipit, quello di Masterpiece è da buttare nel ces...tino. [SM=g8913]
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Post: 63
Città: RAVENNA
Età: 31
Sesso: Maschile
21/11/2013 11:43

Proverò a cercarla in Streaming, così potrò capire sulla mia pelle lo scempio che è stato fatto.
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Post: 254
Sesso: Femminile
02/12/2013 20:42

Fonti esterne mi dicono che di sabato, verso le 16, c'è la replica della puntata della domenica precedente... Se non hai ancora avuto l'onore dell'orrore, sai come sprecare un sabato pomeriggio [SM=g10886]
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Post: 32
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Età: 29
Sesso: Femminile
20/12/2013 12:30

Aberrante
A quei massoni rimpizati di soldi di "sceneggiatori" del programma mancava solo l'ascolto dei radical chic (che preferiscono farsi inculare da un cactus piuttosto che vedere "Amici" o "Uomini e Donne" -anche se poi è tutto una facciata-) e ora lo otterranno sicuramente. 
Cambia l'aspetto ma non la sostanza, e le personcine finto colte potranno godersi l' "Amici" degli scrittori senza sentirsi in colpa.
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Post: 254
Sesso: Femminile
21/12/2013 18:58

La tua raffinatezza illumina i tuoi discorsi e le nostre menti [SM=g9322]
In effetti il difetto principale di questo programma, relativamente all'audience, è che si rivolge a persone pseudo-snob che si dilettano a parlare (a vanvera) di letterature credendosi grandi critici (e in realtà lo sono quanto la maionchi), anziché a tutti quelli per cui tv=amici, cui invece farebbe bene vedere (di tanto in tanto, per evitare lo choc anafilattico) quegli strani oggetti di forma rettangolare...
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