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Fantasy o Epic fantasy?

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2013 00:17
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07/01/2013 17:23

Fantasy o Epic fantasy?

Da wikipedia: "Il fantasy è un genere letterario sviluppatosi dalla seconda metà dell'ottocento, i cui elementi dominanti sono il mito, il soprannaturale, l'immaginazione, l'allegoria, la metafora, il simbolo e il surreale. In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove gli elementi fantastici non vengono spiegati in maniera scientifica."


Ebbene, tra admin abbiamo fugacemente discusso riguardo a ciò che vorremmo accettare nel forum e ciò che cestineremmo all'istante. Entrambe d'accordo sul riguardarci dalla storia "fantasy" usata come pretesto e sfondo inutile per le storie d'amore adolescenziali, ma non sull'esclusività che si vorrebbe dare a un (sotto)genere, il fantasy epico.
Il padre indiscusso di tale genere è Tolkien e, a mio parere, oggi circolano fin troppi romanzi che si rifanno alla sua opera, non provocando nessun sense of wonder, non aggiungendo niente al già visto. Insomma, c'è l'eroe (spesso uno sprovveduto senza nessun talento particolare che si rivelarà essere coraggioso, forte e blablabla), il cattivo-che-più-cattivo-non-si-può, gli aiutanti (sempre vecchi maghi con il barbone lungo) e l'oggetto magico senza il quale non si può compiere la missione.
Con questo non voglio dire che non apprezzi Tolkien, anzi, ma le trame così, da schemino delle medie, mi hanno un pò stufato.
Tolkien ha provocato sense of wonder, ha incantato il mondo con le avventure della Terra di Mezzo, ha inventato gli elfi, ma è storia passata. Preferisco di gran lunga leggere un romanzo fantasy urban -uno senza roba smielosa- , horror o weird originale piuttosto che una mega opera da mille pagine, magari scritta divinamente, la cui ambizione è semplicemente quella di risultare la bella copia dell'autore inglese.
Quando leggo un libro voglio viverlo, meravigliarmi, spaventarmi, estraniarmi dalla realtà e non pensare continuamente "ma questa cosa mi ricorda..."

Ecco la mia opinione, voi che ne pensate? Per voi un romanzo fantasy è sinonimo di romanzo che presenta elementi fantastici, oppure deve essere paradigma di una storia ambientata nel medioevo, popolato da elfi e stregoni?
[Modificato da Cassiopea_3 30/03/2013 00:17]
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07/01/2013 21:13

il mio fantasy
Personalmente, leggo fantasy da quando sono bambina e non ho mai letto libri che esulassero dalla tradizione degli elfi, stregoni, eroe più o meno imbranato (magari un po' meno cretino di Frodo) e il cattivo... be', essendo una figura che mi ha sempre affascinata potrei scrivere un intero trattato sulla figura dell'antagonista XD
Di certo ho sempre considerato di questo genere opere in cui non esiste la teconologia come la intendiamo noi (insomma, un guerriero con l'iPhone... XD ), popolato da esseri comuni e creature magiche e/o mitologiche, in lotta per ristabilire l'equilibrio fa bene e male (e mai che la faccenda si risolva a favore di quest'ultimo [SM=g28000] )
Per quanto riguarda le ambientazioni, in genere variano molto, da una catena montuosa a una pianura, da grandi città a miscroscopici vilaggi... Oppure, citando modestamente il mio libro, in un castello circondato da un deserto [SM=g27988]
In ogni caso, senza elementi fantastici non si può parlare di fantasy, ed è bene specificare che vampiri vegetariani o fatine scintillanti non fanno testo U_U



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10/01/2013 23:10

Beh, direi che il problema sta proprio qui... come definiamo l'elemento fantastico, e quando smettiamo di parlare di fantasy... In effetti si parla di un genere talmente vasto e rimpinzato di sottogeneri che diventa veramente difficile darne una definizione universale. Posto che non sono così d'accordo con la definizione di wikipedia e che secondo me il fantasy affonda le sue radici un periodo ben precedente alla seconda metà dell'ottocento, come tale intendo tutte quelle opere che presentano caratteri che vanno al di là dell'elemento reale, ma che non per questo sono da esso scisse. Per quanto mi riguarda, non si parla di un'opera di fantasia, ma di un testo che parli del mondo, il nostro mondo, quello reale, e che lo faccia in chiave allegorica, utilizzando strumenti caratteristici proprio di quel genere... insomma, senza che nessuno se la prenda, Tolkien per me è fantasy: con elfi, nani, umani, draghi, anelli stregoni, e chi più ne ha più ne metta ci parla della Prima, ma soprattutto della Seconda Guerra Mondiale, compiendo un'analisi straordinaria dei concetti di bene e male. Non solo, ci parla di religione, e indaga a fondo l'animo umano, individuando come fulcro della storia dell'uomo il cosiddetto moto di "caduta", che porta all'evoluzione di tutte le cose. Paolini invece non è fantasy. Ha scritto una favola, bella, per carità, tramma avvincente e quant'altro, e magari è anche riuscito a metterci dentro un micromessaggio (bisogna essere coraggiosi, saper affrontare le sfide a testa alta, e tutto il resto, anche qui, già sentito in tutte le salse) ma da questo punto di vista, come libri i suoi sono veramente poveri! Insomma, personalmente credo che la parola fantasy sia stata, passatemi il termine, stuprata in tutti i modi, specialmente in questi ultimi tempi. Lo so che ho un'idea di letteratura tutta mia, ma per me perchè un libro sia degno di essere definito tale, conta soprattutto lo spessore (e non parlo di pagine). L'opera letteraria deve nacere dal bisogno di dire qualcosa, di riflettere sul mondo, anche quella appartentente al fantasy! Altrimenti ripeto, per me non sono libri, ma storielle, magari anche ineteressanti, ma che non mi soddosfano affatto, e il fatto che siano piene di draghi, per quanto mi riguarda, non è sufficiente...
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11/01/2013 15:28

Prima di tutto libri
Ok, quest'ultima osservazione di Emily 1484 potrebbe anche rientrare nella discussione che ho aperto ne "i regni di Nashira", sulla possibile funzione del fantasy XD
comunque, io credo che anche Paolini sia fantasy: sono una persona che, quando legge un libro, si fa prendere un sacco (forse fin troppo) dalla storia, così che tutte le varie incongruenze, errori e quant'altro mi sfuggono praticamente sempre... Chiaramente, se tra le righe c'è anche un bel messaggio e un'interessante riflessione sono ancora più felice, perché secondo me uno scrittore deve essere anche un buon pensatore, oltre che un narratore.
Per non divagare, tiro le somme ribadendo che a parer mio il fantasy potrebbe giudicarsi tranquillamente solo in base all'aspetto "esteriore" come la trama e i vari personaggi; il fatto che contenga un minimo di filosofia dell'autore è il requisito base perché un ammasso di fogli tenuti insieme possa definirsi "libro" [SM=g27988]



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12/01/2013 13:35

non per dire...
...ma non avete proprio risposto alla domanda [SM=g27988]
[Modificato da Cassiopea_3 12/01/2013 13:35]
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12/01/2013 20:00

In che senso?
Abbiamo espresso le nostre opinioni [SM=g27990]
[Modificato da Ink Maiden 12/01/2013 21:53]



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13/01/2013 13:27

Beh, in realtà in parte sì... cioè, chiaramente il fantasy deve avere come principale caratteristica l'elemento fantastico, non penso che sia necessaria a tutti i costi l'ambientazione medievale, però secondo me un libro per poter essere definito fantasy (e con fantasy io intendo un genere letterario di tutto rispetto, paragonabile che so, all'epica) deve prima di tutto veicolare qualcosa, in modo che l'elemento fastastico non diventi "soggeto" ma "strumento"... non se mi spiego XD... che poi un libro come Harry Potter, che di medioevo ha proprio poco se non il castello di Hogwarts, sia comunque fantasy per me è vero. In fondo il medioevo crea un sacco di pathos, ma non è fondamentale per definire il genere...
[Modificato da Emily1484 13/01/2013 13:27]
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01/03/2013 12:38

Domanda ostica
Secondo me il fantasy è la capacità elevare i più alti valori dell'uomo a nuove vette.
Mostrare al lettore che i concetti di lealtà e onore non sono parole prive di significato, fargli capire che per ottenere un mondo migliore si deve lottare e spesso soffrire.
L'eterna lotta tra il bene e il male è un'espressione della ricerca della pace.
Questo è il concetto che un buon fantasy deve esprime, riguardo ai mezzi le cose di fanno più complicate.
Gli elementi fantastici, come oggetti magici, stregoni, creature fantastiche, non devono essere abusati nel contesto. Un libro pieno di fate e elfi che a conti fatti sono solo di cornice non è il genere di libro che leggerei.
Di base ci deve essere l'accortezza dello scrittore, che deve assolutamente sapere che genere di mondo vuole creare e quando la magia sia influente su di esso e nella storia che sta per scrivere. L'assenza di questo presupposto porterà , secondo me, ad un pessimo risultato.

Non so se ho risposto alla domanda, tendo molte volte ad andare fuori tema.
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01/03/2013 16:27

Be' il contesto della domanda era piuttosto ampio, e un'opinione può comprendere molte cose [SM=g27988]
In effetti è vero: il fantasy richiama alla vita valori di una società ormai dimenticata, ma che sono e saranno per sempre insiti nell'animo umano... dimenticarli sarebbe assurdo, così si è trovato un modo per farli tornare attuali.
riguardo alla ricerca della pace, che ovviamente è il trionfo del bene sul male, personalmente vorrei che il fantasy ricercasse strade nuove: il libro che sto scrivendo vuole esplorare un campo dove si possa raggiungere un equilibrio di stallo, o possa prevalere il male. Perché nella realtà accade sempre così, e trasportarlo in un'altra dimensione potrebbe aiutare ad analizzare meglio questo aspetto... ora sono andata io fuori tema XD



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02/03/2013 07:52

Sino a quando si parla di fantasy no XD.
Molto interessante questa tuo voler trasporre la nostra realtà in un'altra dimensione.
Secondo me i racconti di Andrzej Sapkowski ti potrebbero piacere.
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02/03/2013 13:09


Io sul fantasy ho da sempre una teoria un po' avventata, ma più leggo autori che si presentano come esponenti del genere, più mi faccio una mia idea se annoverarli o meno nel fantasy, più mi convinco che la teoria funziona, almeno per me. Ovvero, il fantasy è ormai l'unico genere letterario (insieme a qualcosina della cugina fantascienza) che assolve il compito che anticamente avevano l'epica e la mitologia (e quindi a maggior ragione l' "epic" o "high" fantasy), cioè scandagliare il subconscio e i meccanismi del pensiero dell'uomo prima della psicanalisi (azcoltate mia pzicologica Scienza [SM=g10844] ). In questa chiave secondo me perde importanza sia la definizione antologica del fantasy (che fa coincidere l'avvento del fantasy moderno in effetti alla metà dell'ottocento con Lord Dunsany), sia l'ambientazione (a me sembra molto più fantasy un ciclo della Torre Nera di King con ambientazione semiwestern di tutti i Paolini e le Troisi messi insieme). Semplicemente, il fantasy vero parla al tuo subconscio e deve farlo nel linguaggio di questo: per simboli, allegorie e metafore come diceva Emily; deve essere necessariamente disancorato dalla realtà, dall'oggi, deve essere atemporale (e non è un caso che nel fantasy non ci sia progressione tecnologica, che segna i percorsi storici delle civiltà). Il Mito e il fantasy ti parlano di fulmini per evocare l'elettricità, non di lampadine: e il fulmine è un concetto che è biologicamente radicato in noi molto più in profondità della lampadina. Non sono un critico quindi non saprei tradurre le mie sensazioni in analisi letteraria, ma la questione per quanto mi riguarda è abbastanza semplice: quello che leggo tocca in profondità meccanismi e sensibilità che erano validi già 2000 anni fa per chi leggeva l'Odissea, sono validi allo stesso modo per me oggi e saranno validi per i miei propropronipoti tra 2000 anni? Mi fa analizzare a posteriori emotività che non era mai venuta a galla prima e che nemmeno credevo di avere, tanto era ancestrale e radicata in me come nessun'altra letteratura riesce a fare? Allora è fantasy, o 'mitologia moderna'. Il resto letteratura anche degnissima, ma non chiamatelo fantasy, per conto mio. Nella prima categoria annovero sicuramente Tolkien, il primo Brooks, Lord Dunsany, qualcosa di Lovecraft, qualcosa di Terry Pratchett, le distopie di Dick (ci sarebbe da discutere se sia più fantascienza che fantasy), e non molto altro...
Scusate il "Mappazzone" come direbbe Crozza....




[Modificato da Elminster_di_Vallombrosa 02/03/2013 13:11]
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02/03/2013 20:14

Verissimo, il fantasy è un genere che parla all'uomo che rimane sempre lo stesso, nonstante il progresso del mondo attorno a lui...
Eppure anche i personaggi secondo me fanno molto: non potrei mai definire un libro di quel genere se non c'è magia (che è una delle cose che più ha conquistato il cuore dell'umanità, da sempre) e creature fantastiche, anche intesi coem simboli di qualcosa (potere, virtù, corruzione...)
Perciò sono d'accordo con Elminster per quanto riguarda le emozioni e i messaggi più ancestrali, ma vorrei ribadire la fondamentale importanza del modo in cui viene espresso tutto ciò, a partire proprio dalle "marionette" della storia...



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02/03/2013 20:44

Questo è il bello del fantasy e del confrontarsi in generale, che scaturiscono conversazioni dove ogni persona esprime il proprio parere senza essere giudicata.
Ma non bisogna dimenticare che ogni genere di fantasy tende a evidenziare tematiche diverse, c'è il fantasy che si concentra molto più sull'aspetto dell'uomo, un altro che lo relazione col mondo.
Ciò che non deve mancare in un buon fantasy è la passione dell'autore, un libro scritto solo per ottenere fama e soldi non può considerarsi tale.
Sono emersi molti scrittori sulla scia di Paolini e altrettanti su quella della Troisi, poi non so quanti tra loro credessero in quello che scrivevano.
Scusate sto tergiversando un pochetto.
Lascio la parola ad altri
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04/03/2013 15:06

Immagino che tu non ami particolarmente né Paolini né la Troisi XD
A leggere il blog di quest'ultima penso che lei creda in ciò che scrive... per l'altro non saprei dire, ho letto i suoi libri a distanza di anni e non mi è rimadto molto... forse ha avuto una buona idea senza starci a rimuginare troppo [SM=g10263]
però come dobvrei aver già detto da qualche parte, un minimo di passione dell'autore è il presupposto base per qualsiasi libro, fantasy o no. Difatti si vede dov'è finita l'editoria in questo periodo... [SM=g10886]



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17/03/2013 16:06

Elminster_di_Vallombrosa, 02/03/2013 13:09:


il fantasy è ormai l'unico genere letterario (insieme a qualcosina della cugina fantascienza) che assolve il compito che anticamente avevano l'epica e la mitologia (e quindi a maggior ragione l' "epic" o "high" fantasy), cioè scandagliare il subconscio e i meccanismi del pensiero dell'uomo prima della psicanalisi [...].Semplicemente, il fantasy vero parla al tuo subconscio e deve farlo nel linguaggio di questo: per simboli, allegorie e metafore come diceva Emily; deve essere necessariamente disancorato dalla realtà, dall'oggi, deve essere atemporale (e non è un caso che nel fantasy non ci sia progressione tecnologica, che segna i percorsi storici delle civiltà). [...] quello che leggo tocca in profondità meccanismi e sensibilità che erano validi già 2000 anni fa per chi leggeva l'Odissea, sono validi allo stesso modo per me oggi e saranno validi per i miei propropronipoti tra 2000 anni? Mi fa analizzare a posteriori emotività che non era mai venuta a galla prima e che nemmeno credevo di avere, tanto era ancestrale e radicata in me come nessun'altra letteratura riesce a fare? Allora è fantasy, o 'mitologia moderna'. Il resto letteratura anche degnissima, ma non chiamatelo fantasy, per conto mio. Nella prima categoria annovero sicuramente Tolkien, il primo Brooks, Lord Dunsany, qualcosa di Lovecraft, qualcosa di Terry Pratchett, le distopie di Dick (ci sarebbe da discutere se sia più fantascienza che fantasy), e non molto altro...
Scusate il "Mappazzone" come direbbe Crozza....


mmm, temo che se dovessi applicare la tua teoria, per me Hugo, Flaubert, Wilde, Dostoevskij e molti altri sarebbero tutti fantasy =)... Devo dire che condivido la tua visione del fantasy come indagatore del subconscio, anche se io tendo ad estenderla a tutta la letteratura: un libro che non è in grado di suscitare riflessione sull'interiorità umana o di trasmettere qualche messaggio per me non è da considerarsi come tale, al massimo si tratta un inutile agglomerato di carta. Non sono invece d'accordo nel dire che il fantasy è l'unico genere letterario al momento capace di proporre tali tematiche, anzi, ritengo che ci siano autori (v. sopra) in grado di presentare le emozioni umane in un modo molto più diretto degli autori fantasy, per i quali queste muovono le vicende influenzandole significativamente, certo, ma non sono prime protagoniste. Anzi, ritengo che la magia del fantasy sia proprio questa: la capacità di privare i moti della personalità umana della loro cruda e spiazzante nitidezza, oscurandola con l'eroismo di personaggi surreali, mitigandola con un qualsiasi tipo di elemento magico, proponendo una letteratura in grado di diventire più "divulgativa" proprio perchè meno impegnata, e quindi di essere immadiatamente avvicinabile da tutti perchè meno diretta. Non so se mi sono spiegata adeguatamente, tenete presente comunque che nonostante sia un po' di tempo che non leggo un fantasy (Tolkien fa eccezione), amo questo genere alla follia, tuttavia ho scoperto, appunto, che esistono autori altrettanto immersi nei valori umani universali (non necessariamente positivi, si intende), ma sicuramente in un modo più spiazzante. Spero di anche di non aver frainteso il tuo messaggio, in caso, correggimi dove serve, perchè l'argomento mi interessa :)


Il Mito e il fantasy ti parlano di fulmini per evocare l'elettricità, non di lampadine: e il fulmine è un concetto che è biologicamente radicato in noi molto più in profondità della lampadina.


In questo passaggio invece mi sono persa. Ovvero è chiaro il significato della frase in sè naturalmente, ma non sono sicura di dove vuoi arrivare...
scusate il poema :)
[Modificato da Emily1484 17/03/2013 16:07]
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